
Interno in surreale
Nelle opere di Luca Gilli
MIA Photo Fair presenta nello spazio dedicato alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi, la mostra personale dell’artista Luca Gilli, Interno in surreale, in collaborazione con la galleria Paola Sosio Contemporary Art.
Come in un gioco di combinazioni possibili, le singole opere sono state qui mixate di serie in serie (Blank 2008-, Raw state 2013-, Un musée après 2014-,) accostando soggetti e riprese che in realtà sono distanti tra loro anche di anni, per creare un display espositivo fatto di accostamenti inediti.
È questo un grande valore dei corpus di opere che indicano la profondità della ricerca dell’autore: il fatto che, anche spostandosi da una parte all’altra di un pentagramma visivo, e di ricerche su temi differenti, gli accordi restano e suonano armonici.
(…) Partiamo dalle regole del gioco. La prima, operata da Gilli, è la seguente: fotografare in interno. La seconda: fotografare in una condizione di luce assolutamente piatta, lattea, con una esposizione lunghissima che permetta il dilatarsi e l’annullarsi di spazi. La terza è il risultato: mai lo spazio e l’architettura, nelle fotografie di Luca Gilli, sono docili resoconti documentaristici per architetti o maestranze. Diventano, anzi, labirinti per pensieri, dimensioni surreali e, soprattutto, sospese.
In soccorso, per una descrizione poetica che calza a pennello con queste immagini, ci viene Georges Perec: “Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti […] Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico […] Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo” .
L’arte, quasi smentendo questa citazione valida nella transitorietà del tempo, ha forse il potere – e il compito – di fermare per un istante un po’ più lungo della vita qualche frammento di questo “problema dello spazio”, riportandocelo appunto come un unicum (attraverso la fotografia, il medium passato dal tecnico al tecnologico, ma sempre infinitamente replicabile). Ma la fotografia e l’arte in genere, essendo artifici, riportano la “ragione” al testo di Perec: i luoghi sono stabili solo al momento dello scatto, e in quel preciso campo visivo, “still life” nell’inesorabile mutazione. Gilli, nonostante questa precisione, sembra sempre allontanarsi da questa stabilità: è un poco come se la sua fosse una fotografia “Impressionista”: attraverso l’invasione della luce porta in superficie una certa astrazione del reale.
Testo critico di Matteo Bergamini (critico e curatore, direttore responsabile di Exibart)
La mostra sarà visibile presso:
Università Bocconi, Foyer della sala ristorante (piano seminterrato), Via Sarfatti, 25 – Milano
Dal 18 Gennaio al 9 Giugno 2019 dal lunedì al venerdì: ore 9.00-20.00 / sabato: ore 10.00-18.00 / Ingresso libero e gratuito


